Castello di Castel San Niccolò - PORTALE WEB DEL CASENTINO

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Castello di Castel San Niccolò

L'antico castello di S. Niccolò, già conosciuto come "Corte di Vado", sorge su un'altura e dalla sua altezza domina la valle del torrente Solano, il quale dopo pochi chilometri si immette nell'Arno nella piana di Campaldino. Il Castello, del quale si hanno le prime notizie nel 1029, fu una delle più forti rocche dei conti Guidi da Battifolle e la sua storia va di pari passo con quella della potente famiglia feudale casentinese. Dal 1212 il signore del castello fu il conte Guglielmo Novello a cui succedette il figlio Galeotto che, causa la sua tirannia e crudeltà, portò nel 1349 la popolazione, insieme a quella dei castelli vicini fra i quali Montemignaio, alla rivolta. Una volta preso il possesso di Castel S. Niccolò gli abitanti si sottomisero alla Repubblica di Firenze la quale fece del borgo il capoluogo della nuova Podesteria chiamata 'Montagna Fiorentina', nata dall'unione con Montemignaio e Battifolle. Nel 1440 il castello resistette vanamente all'assedio posto dalle truppe del condottiero Niccolò Piccinino unite a quelle degli ultimi conti Guidi di Poppi. La crudeltà di questo lungo assedio è rimasta nella storia: chiunque cercasse di uscire da Castel S. Niccolò veniva catturato e scagliato con le briccole (catapulte) di nuovo all'interno causandone lo sfracellamento e una volta conquistato il maniero, per vendicarsi della resistenza fatta, tutti gli abitanti furono impiccati lungo la cinta muraria. A seguito di questi fatti fu deciso da parte della Repubblica Fiorentina di smantellare tutti i castelli del Casentino.
L'analisi di Castel S. Niccolò deve iniziare dal basso, cioè dal ponte in pietra (distrutto durante l'ultima guerra ma ricostruito nelle sue forme originarie) che attraversa il torrente Solano. Proprio l'esistenza di questo guado diede origine al sistema urbanistico del castello.
Questo è costituito da tre elementi: nella posizione più elevata del poggio la rocca, residenza del signore, collegato ai suoi piedi un gruppo di case, fra le quali la chiesa, cinto da mura nelle quali si apre una porta difesa da torre (oggi trasformata in torre dell'orologio) al quale giungeva l'unica strada di collegamento con il fondo valle e, ai piedi del colle, all'altezza del sopracitato ponte, un altro gruppo di case, ovvero il 'mercatale' lungo la strada principale dal quale ha avuto origine Strada in Casentino.
La parte più importante è il palazzo-fortezza che fu residenza dei conti Guidi prima e dei Podestà fiorentini poi. Esso si presenta per buona parte intatto, anche se nella parte ovest è andato distrutto il giro delle mura, con il possente mastio dotato di torre ingentilito da due finestre con bifore del quattrocento e un bel portale gotico attraverso il quale giungiamo all'interno della piazza d'armi. Qui possiamo ammirare una elegante loggetta, la cisterna e il camminamento di ronda ricostruito sul lato est, in alcuni punti ancora dotato di merlatura. Ben conservata è anche la torre di Sud-Est, aperta sul fronte interno, che doveva avere delle gemelle agli altri angoli del recinto. Nella cortina muraria che collega la torre al mastio si apre una postierla. Tutto quello che vediamo è dovuto alla paziente opera di restauro intrapresa dai proprietari, il castello è residenza privata, che ha liberato le vestigia storiche da aggiunte moderne riportandole all'antico splendore. La veduta del castello da Est con il mastio sulla sinistra e le intatte cortine murarie che lo cingono fino alla torre sud-est è forse l'immagine più potente fra quelle di tutti i castelli casentinesi.

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 Un saluto particolare va al maestro Giovanni Biondi, Proprietario del Castello che ad 81 anni ci lascia, il 7 febbraio del 2016, passando ad altra vita, è grazie a Giovanni che ha intrapreso la sua missione nella ristrutturazione di questo Castello, che nessun altro aveva voluto fare, da oltre 45 anni fa, la sua, una passione unica per la storia, che ha ridato luce a questa meraviglia rendendola visitabile a tutti, ma soprattutto salvaguardandola dal degrado totale.

Le storie che ci racconta in un video Giovanni, sono intrinseche di fatti e misfatti del castello e del suo passato, lo trovate qui: link al video.
 Ciao Giovanni sicuramente troverai pace e anche tante anime che hanno vissuto nel Tuo castello, risolverai così altrettanti enigmi che nella tua missione terrena ti eri posto.
   Noi che oggi ammiriamo il tuo capolavoro, ti auguriamo serenità e pace e non possiamo rimanere indifferenti per quello che con passione e tanto sacrificio hai fatto.
Da tutto il Casentino un GRAZIE.
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